Cerchiara di Calabria – Cassano
allo Jonio
Archivio e biblioteca di Casa Rovitti.
Gli sforzi
compiuti per tracciare una geografia della presenza libraria sul territorio
calabrese (almeno questo è stato l’intento) hanno puntato a delineare una rete
degli accumuli librari nella Calabria medievale (vedi: Produzione libraria e biblioteche, in: Storia della Calabria medievale. Culture, arti, tecniche, Roma,
Gangemi, pp. 115-148). Naturalmente il risultato è sempre passibile di perfezionamento,
ma il quadro che ne viene fuori, può almeno funzionare da base per ulteriori
arricchimenti.
Lasciando,
perciò, alle spalle i secoli delle biblioteche monastiche e umanistiche, e
disperse le loro ricchezze in mille rivoli, complici i terremoti, le rivoluzioni
napoleoniche, gli sconvolgimenti unitari, l’incuria degli uomini, il territorio
calabrese è apparso assai povero di biblioteche e di libri.
Ancora nel 1911 il viaggiatore e
scrittore inglese Norman Douglas, trovandosi a Rossano Calabro e desiderando
approfondirne la storia, chiedeva a un ‘poco gentile’ impiegato comunale se vi
fosse una biblioteca pubblica e si sentiva rispondere ‘con sufficienza’ che la
cittadina ‘non possiede simili enti’! (vedi: Vecchia Calabria, ed. Firenze 1978, p.164).
Non che le raccolte private presso
famiglie della borghesia e della piccola nobiltà locale siano mancate, ma soggette
anch’esse a vicende di dispersione, hanno lasciato tracce che attendono di
essere individuate e ricomposte. Quando, naturalmente, siano scampate, e non ‘jettate e ra timpa’ (gettate nelle
discariche), usanza questa non insolita dalle nostre parti, prima che l’alfabetizzazione
di massa e una certa elevazione culturale svelasse e rivelasse l’uso e l’utilità
dei libri.
Per tale motivo ho provato contentezza
e soddisfazione nel ritrovare casualmente (presso un venditore di scartafacci e
libri usati di Ravenna !) un documento che testimonia l’esistenza di un
archivio e di una biblioteca di famiglia, intorno al 1864, presso la famiglia
Rovitti.
Il nome
Rovitti è quello di ricchi proprietari terrieri che, amministrando le loro proprietà
fondiarie, consolidano la loro ricchezza e la loro egemonia sociale con
l’accesso alle cariche pubbliche e alle professioni liberali. In pieno centro
di Cerchiara di Calabria (CS) sorge un Palazzo Rovitti, antica dimora del
sec.XVIII (restaurata negli anni '80 del passato secolo). Il livello culturale
e i rapporti sociali di questi signorotti sono dichiarati dal ricordo che nella
loro dimora fu ospitato il celebre astronomo francese Nicolas Camille Flammarion (1842-1925),
il quale dall'osservatorio del palazzo scoprì un astro che fu denominato ‘Roberta’.
La famiglia Rovitti godeva anche il favore dei Reali del Regno delle due
Sicilie, ricordati anch’essi fra gli ospiti illustri della Casa.
Il documento
in esame è stato prodotto nel 1864. Trattasi di un fascicoletto cartaceo di 14
carte manoscritte, le ultime 5 bianche, mm 200 x 145, cucito con filo di cotone
bianco e senza copertina. La carta è a mano e reca in filigrana il nome del
fabbricante Nicola Marino e una
conchiglia entro un cerchio (Amalfi).
Sul recto
della carta iniziale leggiamo questa intestazione in carattere corsivo:
Anno 1864 (1° dell’).
Stato generale dell’Archivio di Casa
Rovitti
contenente manoscritti e libri
di ogni genere
diviso in nove Scaffali.
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Appare chiara la natura
amministrativa del documento, confermata dalla presenza sul recto di tutte le pagine scritte di marche
da bollo, con effigie di Vittorio Emanurle II (Cent.50), annullate con timbro
tondo a inchiostro dell’Ufficio del Registro di Castrovillari, e una marca
finale di Registrazione (Lire Una). Tutti i timbri recano l’anno 1877, salvo
quello della marca di Registrazione che reca l’anno 1878.
Al recto della carta successiva
viene riportato un elenco dei nove scaffali con un titolo cumulativo del
contenuto:
Primo. Anno corrente.
Secondo. Crediti, beni stabili, e censi.
Terzo. Titoli, memorie, onorificenze, corrispondenze, e manoscritti di
famiglia.
Quarto. Corrispondenze di Autorità, e di affari di rilievo.
Quinto. Carte inutilizzate, ed estranee.
Sesto. Corrispondenze antiche anteriori al 1855.
Settimo. Libri di Scienze naturali e Teologiche.
Ottavo. Libri di Storie, e Geografia.
Nono. Libri di Letteratura.
© Tutti i diritti riservati
I
titoli sono sintetici e lasciano immaginare che per scaffale debba intendersi
una struttura articolata e capiente. Se ne ha certezza nella descrizione del
primo scaffale, alla c.3r e v, che è suddiviso a sua volta in dieci
caselle. Lo scaffale secondo, cc.4r-5r, raggiunge una suddivisione di
ventisette caselle. Non è facile immaginare la struttura materiale che abbia
potuto comprendere questa suddivisione. C’è da supporre che a Casa Rovitti
l’archivio e la biblioteca occupassero una sala sufficientemente ampia e
adeguatamente attrezzata.
I libri sono collocati nel
Settimo, Ottavo e Nono scaffale.
Nel Settimo troviamo: Libri
di Scienze Naturali, e Teologiche. Nell’Ottavo: Libri di Storia, e Geografia. Nel Nono: Libri di Letteratura. A questi titoli sintetici apporta chiarimenti
una nota che si legge in calce:
«N(ota)
B(ene). Pel dettaglio di questi tre ultimi scaffali bisogna ridursi al catalogo
generale de’ libri che è riposto nella Libreria»
La nota è preziosa perchè informa dell’esistenza
di un catalogo generale e di una libreria, verosimilmente un mobile libreria, che
custodiva i libri e il catalogo.
Dell’uno e dell’altro non sono in grado d’indicare la sorte.
Le vicende dei libri seguono quelle degli uomini e possono essere le più varie,
conoscibili non per ipotesi, ma per esatta cognizione storica. Sui libri di
Casa Rovitti personalmente non ho altre informazioni, ma non è detto che non se
ne possano trovare.
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riservati
Poco vorrei aggiungere ancora, se non far notare l’abilità
calligrafica dell’estensore del documento, ricordando che nelle scuole
ottocentesche l’insegnamento della calligrafia veniva comunemente impartito.
(Continua)