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martedì 24 dicembre 2019


CASTROVILLARI

 
 

Ricordando padre Francescco Russo, m.s.c.

 
 

Una ‘triangolazione’ di uomini colti.

 

         Il ritrovamento inopinato sul mercato antiquario di un raro opuscolo fa emergere ai nostri occhi un collegamento fra tre personaggi dell’ottocento meridionale. Non altro che un granello di erudizione bibliografica, destinato, se non evidenziato, a restare celato, forse, in una breve nota a piè di pagina. Tuttavia anche un granello isolato, se direttamente illuminato, può manifestare la sua piccola luce e far rivivere un legame fra tre personaggi accomunati dalla ricerca storica.

         I tre personaggi sono Giulio Minervini, Nicola Varcasia, Andrea Lombardi.

Giulio Minervini (Napoli 1819 – Roma 1891), è il gigante degli antichisti napoletani, archeologo, epigrafista, numismatico, che, fra altri incarichi, ebbe anche quello di bibliotecario della Biblioteca universitaria di Napoli, dal 1867 al 1886, e ne scrisse una storia: La Biblioteca Universitaria di Napoli. Relazione (Napoli, 1873). Sul personaggio leggiamo l’ottimo profilo di M. Munzi nel Dizionario Biografico della Treccani. Della sua sapienza erudita ha beneficiato direttamente la Calabria anche con l’edizione del libricino che è oggetto di questa nota.

In questo raro opuscolo, dedicato all’altro grande napoletano Francesco M. Avellino, trascrive, commenta e pubblica una pergamene greca del sec.XIII, a cui ne aggiunge un’altra latina, che gli ha mandato il Parroco di Castrovillari: «graecum diploma a Castrovillari Parocho receptum». Il frontespizio reca un dettagliato titolo: Graecum diploma anecdoton nunc primum ex archivo Castrovillari prolatum notisque illustratum cui accedit excursus de aureis tarenis nec non alterum diploma latine conscriptum ex eodem archivo productum, Neapoli, Ex Typographia Tramater, Mdcccxxxviii. Non intendo soffermarmi sui due documenti pubblicati, oggi ben noti agli storici della Calabria; giova, invece, segnalare una caratteristica peculiare dell’esemplare ritrovato.

Il Minervini racconta di aver ricevuto le pergamene dal parroco di Castrovillari. Chi era e come si chiamava questo illuminato prete che, non riuscendo a leggere in proprio i due documenti, coinvolge il grande studioso di Napoli?

Una nota autografa sul frontespizio del nostro opuscolo sembra rivelare questa identità. Si tratta di una dedica manoscritta a un altro erudito, Andrea Lombardi. Ne riporto e riproduco il testo:

Al chiarissimo D. Andrea Lombardi

dall’amico Niccola Varcasia

di Castrovillari riordinatore del

Clerale Archivio di S. Giuliano.
 
 


(© Foto dell’A. Tutti i diritti riservati)

 

Niccola Varcasia, dunque, si qualifica come il riordinatore dell’archivio “clerale” della chiesa di San Giuliano e appare come lo scopritore dei due atti pergamenacei. Quanto alla loro non facile lettura, riconosciuta anche dal Minervini nella prefazione all’edizione, il parroco non può che affidarsi alla superiore competenza dello studioso napoletano.

Ora, a pubblicazione avvenuta, Niccola Varcasia, non può che provare soddisfazione sia per il ritrovamento, sia per averne promosso lo studio e la pubblicazione. Ne può promuovere anche la diffusione inviandone un esemplare con dedica a Don Andrea Lomabardi (1785-1849).

D. Andrea, letterato e storico lucano, era stato consigliere di intendenza a Cosenza e anche presidente dell’Accademia Cosentina. I suoi interessi per la storia della cultura calabrese sono manifestati da vari saggi e principalmente dal suo Discorso sulla Tipografia cosentina, prodotto nel 1814, ancor prima che ne scrivesse Vito Capialbi, che pubblicò le sue Memorie delle Tipografie calabresi nel 1836 (Napoli, Porcelli). La dissertazione del Lombardi fu, poi, inclusa nella raccolta dei suoi Discorsi Accademici ed altri opuscoli (Cosenza, Giuseppe Migliaccio, 1836). Il Lombardi fu socio di varie Accademie erudite. Nel 1822 figura quale socio corrispondente della Reale Accademia delle Scienze di Napoli (vedi: Almanacco della Real Casa e Corte per l’anno 1822, Napoli, Dalla Tipografia Reale).

Il Parroco di Castrovillari non poteva che sentirsi lusingato dall’offrire in dono a un tal personaggio il frutto del suo meritorio lavoro di riordinamento. (Tutti i diritti riservati).