CASTROVILLARI
Ricordando padre Francescco Russo, m.s.c.
Una ‘triangolazione’ di
uomini colti.
Il
ritrovamento inopinato sul mercato antiquario di un raro opuscolo fa emergere
ai nostri occhi un collegamento fra tre personaggi dell’ottocento meridionale. Non
altro che un granello di erudizione bibliografica, destinato, se non
evidenziato, a restare celato, forse, in una breve nota a piè di pagina.
Tuttavia anche un granello isolato, se direttamente illuminato, può manifestare
la sua piccola luce e far rivivere un legame fra tre personaggi accomunati
dalla ricerca storica.
I tre
personaggi sono Giulio Minervini, Nicola Varcasia, Andrea Lombardi.
Giulio Minervini (Napoli 1819 – Roma
1891), è il gigante degli antichisti napoletani, archeologo, epigrafista,
numismatico, che, fra altri incarichi, ebbe anche quello di bibliotecario della
Biblioteca universitaria di Napoli, dal 1867 al 1886, e ne scrisse una storia: La Biblioteca Universitaria di Napoli.
Relazione (Napoli, 1873). Sul personaggio leggiamo l’ottimo profilo
di M. Munzi nel Dizionario Biografico
della Treccani. Della sua sapienza erudita ha beneficiato direttamente la
Calabria anche con l’edizione del libricino che è oggetto di questa nota.
In questo raro opuscolo, dedicato
all’altro grande napoletano Francesco M. Avellino, trascrive, commenta e pubblica
una pergamene greca del sec.XIII, a cui ne aggiunge un’altra latina, che gli ha
mandato il Parroco di Castrovillari: «graecum diploma a Castrovillari Parocho
receptum». Il frontespizio reca un dettagliato titolo: Graecum diploma anecdoton nunc primum ex archivo Castrovillari prolatum
notisque illustratum cui accedit excursus de aureis tarenis nec non alterum
diploma latine conscriptum ex eodem archivo productum, Neapoli, Ex Typographia
Tramater, Mdcccxxxviii. Non
intendo soffermarmi sui due documenti pubblicati, oggi ben noti agli storici
della Calabria; giova, invece, segnalare una caratteristica peculiare
dell’esemplare ritrovato.
Il Minervini racconta di aver
ricevuto le pergamene dal parroco di Castrovillari. Chi era e come si chiamava
questo illuminato prete che, non riuscendo a leggere in proprio i due
documenti, coinvolge il grande studioso di Napoli?
Una nota autografa sul
frontespizio del nostro opuscolo sembra rivelare questa identità. Si tratta di
una dedica manoscritta a un altro erudito, Andrea Lombardi. Ne riporto e
riproduco il testo:
Al chiarissimo D. Andrea Lombardi
dall’amico Niccola Varcasia
di Castrovillari riordinatore del
Clerale Archivio di S. Giuliano.
(© Foto dell’A. Tutti i diritti riservati)
Niccola Varcasia, dunque, si
qualifica come il riordinatore dell’archivio “clerale” della chiesa di San
Giuliano e appare come lo scopritore dei due atti pergamenacei. Quanto alla
loro non facile lettura, riconosciuta anche dal Minervini nella prefazione all’edizione,
il parroco non può che affidarsi alla superiore competenza dello studioso
napoletano.
Ora, a pubblicazione avvenuta,
Niccola Varcasia, non può che provare soddisfazione sia per il ritrovamento,
sia per averne promosso lo studio e la pubblicazione. Ne può promuovere anche
la diffusione inviandone un esemplare con dedica a Don Andrea Lomabardi
(1785-1849).
D. Andrea, letterato e storico
lucano, era stato consigliere di intendenza a Cosenza e anche presidente dell’Accademia
Cosentina. I suoi interessi per la storia della cultura calabrese sono
manifestati da vari saggi e principalmente dal suo Discorso sulla Tipografia cosentina, prodotto nel 1814, ancor prima
che ne scrivesse Vito Capialbi, che pubblicò le sue Memorie delle Tipografie calabresi nel 1836 (Napoli, Porcelli). La
dissertazione del Lombardi fu, poi, inclusa nella raccolta dei suoi Discorsi Accademici ed altri opuscoli
(Cosenza, Giuseppe Migliaccio, 1836). Il Lombardi fu socio di varie Accademie
erudite. Nel 1822 figura quale socio corrispondente della Reale Accademia delle Scienze di Napoli (vedi: Almanacco della Real Casa e Corte per l’anno 1822, Napoli, Dalla
Tipografia Reale).
Il Parroco di Castrovillari non
poteva che sentirsi lusingato dall’offrire in dono a un tal personaggio il
frutto del suo meritorio lavoro di riordinamento. (Tutti i diritti riservati).