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martedì 24 dicembre 2019


CASTROVILLARI

 
 

Ricordando padre Francescco Russo, m.s.c.

 
 

Una ‘triangolazione’ di uomini colti.

 

         Il ritrovamento inopinato sul mercato antiquario di un raro opuscolo fa emergere ai nostri occhi un collegamento fra tre personaggi dell’ottocento meridionale. Non altro che un granello di erudizione bibliografica, destinato, se non evidenziato, a restare celato, forse, in una breve nota a piè di pagina. Tuttavia anche un granello isolato, se direttamente illuminato, può manifestare la sua piccola luce e far rivivere un legame fra tre personaggi accomunati dalla ricerca storica.

         I tre personaggi sono Giulio Minervini, Nicola Varcasia, Andrea Lombardi.

Giulio Minervini (Napoli 1819 – Roma 1891), è il gigante degli antichisti napoletani, archeologo, epigrafista, numismatico, che, fra altri incarichi, ebbe anche quello di bibliotecario della Biblioteca universitaria di Napoli, dal 1867 al 1886, e ne scrisse una storia: La Biblioteca Universitaria di Napoli. Relazione (Napoli, 1873). Sul personaggio leggiamo l’ottimo profilo di M. Munzi nel Dizionario Biografico della Treccani. Della sua sapienza erudita ha beneficiato direttamente la Calabria anche con l’edizione del libricino che è oggetto di questa nota.

In questo raro opuscolo, dedicato all’altro grande napoletano Francesco M. Avellino, trascrive, commenta e pubblica una pergamene greca del sec.XIII, a cui ne aggiunge un’altra latina, che gli ha mandato il Parroco di Castrovillari: «graecum diploma a Castrovillari Parocho receptum». Il frontespizio reca un dettagliato titolo: Graecum diploma anecdoton nunc primum ex archivo Castrovillari prolatum notisque illustratum cui accedit excursus de aureis tarenis nec non alterum diploma latine conscriptum ex eodem archivo productum, Neapoli, Ex Typographia Tramater, Mdcccxxxviii. Non intendo soffermarmi sui due documenti pubblicati, oggi ben noti agli storici della Calabria; giova, invece, segnalare una caratteristica peculiare dell’esemplare ritrovato.

Il Minervini racconta di aver ricevuto le pergamene dal parroco di Castrovillari. Chi era e come si chiamava questo illuminato prete che, non riuscendo a leggere in proprio i due documenti, coinvolge il grande studioso di Napoli?

Una nota autografa sul frontespizio del nostro opuscolo sembra rivelare questa identità. Si tratta di una dedica manoscritta a un altro erudito, Andrea Lombardi. Ne riporto e riproduco il testo:

Al chiarissimo D. Andrea Lombardi

dall’amico Niccola Varcasia

di Castrovillari riordinatore del

Clerale Archivio di S. Giuliano.
 
 


(© Foto dell’A. Tutti i diritti riservati)

 

Niccola Varcasia, dunque, si qualifica come il riordinatore dell’archivio “clerale” della chiesa di San Giuliano e appare come lo scopritore dei due atti pergamenacei. Quanto alla loro non facile lettura, riconosciuta anche dal Minervini nella prefazione all’edizione, il parroco non può che affidarsi alla superiore competenza dello studioso napoletano.

Ora, a pubblicazione avvenuta, Niccola Varcasia, non può che provare soddisfazione sia per il ritrovamento, sia per averne promosso lo studio e la pubblicazione. Ne può promuovere anche la diffusione inviandone un esemplare con dedica a Don Andrea Lomabardi (1785-1849).

D. Andrea, letterato e storico lucano, era stato consigliere di intendenza a Cosenza e anche presidente dell’Accademia Cosentina. I suoi interessi per la storia della cultura calabrese sono manifestati da vari saggi e principalmente dal suo Discorso sulla Tipografia cosentina, prodotto nel 1814, ancor prima che ne scrivesse Vito Capialbi, che pubblicò le sue Memorie delle Tipografie calabresi nel 1836 (Napoli, Porcelli). La dissertazione del Lombardi fu, poi, inclusa nella raccolta dei suoi Discorsi Accademici ed altri opuscoli (Cosenza, Giuseppe Migliaccio, 1836). Il Lombardi fu socio di varie Accademie erudite. Nel 1822 figura quale socio corrispondente della Reale Accademia delle Scienze di Napoli (vedi: Almanacco della Real Casa e Corte per l’anno 1822, Napoli, Dalla Tipografia Reale).

Il Parroco di Castrovillari non poteva che sentirsi lusingato dall’offrire in dono a un tal personaggio il frutto del suo meritorio lavoro di riordinamento. (Tutti i diritti riservati).

domenica 27 ottobre 2019


Rossano

 

Il Codex Purpureus Rossanensis nel comò dell’arcidiacono.

 

Il Codex Purpureus Rossanensis, oggi patrimonio dell’Unesco e universalmente famoso, ha conosciuto in passato la mortificazione di restare celato nell’oscuro cassetto di un comò: quello della camera da letto di un arcidiacono del collegio canonicale rossanese.

La curiosa vicenda è venuta alla luce nella narrazione di Christofher De Hamel, a pag. 47 del suo bel libro: Storia di dodici manoscritti (ed. italiana, Milano, Mondadori, 2017). Nel descrivere il celebre codice noto come i Vangeli di Sant’Agostino (Cambridge, Corpus Christi College, Ms 286, fine sec.VI), De Hamel, docente al Corpus Christi College di Cambridge e bibliotecario della Parker Library, scrive:

 

«A questa carrellata di manoscritti miniati del VI secolo va aggiunto uno straordinario corollario. Non fosse stato per un mero caso, anche il Codex Purpureus Rossanensis avrebbe potuto trovarsi oggi alla Parker Library. Mio energico predecessore nella veste di bibliotecario del Corpus Christi fu, nel XIX secolo, il cacciatore di tesori e classicista Samuel Savage Lewis (1836-1891), famoso per la sua lunga barba nera. Sua moglie, Agnes Smith Lewis, formava con la sorella gemella una coppia, «le sorelle del Sinai», di mirabolanti viaggiatrici ed esploratrici dell’Oriente cristiano in un’epoca in cui imprese del genere erano quasi esclusivo appannaggio dei maschi. Nella biografia del marito da lei scritta dopo la sua morte, Agnes Lewis racconta della loro visita a Rossano, nel dicembre del 1889, per vedere il famoso Vangelo. Non si riusciva a trovarlo. Alla fine fu rintracciato a casa di un arcidiacono, che lo teneva in una scatola di cartone in un cassetto della sua camera da letto. Il religioso e Lewis iniziarono a discutere a bassa voce del suo valore e della necessità del primo di denaro per acquistare arredi per la chiesa. Si udì la parola immediatamente. Al rientro a Napoli l’imprevista trattativa prese una piega serissima. Venne proposta la cifra di mille sterline. Il racconto della signora Lewis prosegue così: “Dopo avere telegrafato in patria per chiedere fondi, a mio marito venne la pazza idea di riprendere il treno per Rossano, arrivare a mezzanotte, darsi appuntamento con i preti alla stazione e tornarsene con il treno successivo con il manoscritto in tasca”. Scoppiò ovviamente una violenta lite familiare, come può accadere in vacanza, e Agnes Lewis, in un deplorevole accesso di rettitudine presbiteriana, mise il veto alla transazione».

 


Naturalmente non è condivisibile il giudizio del De Hamel che definisce “deplorevole” il corretto scrupolo di coscienza dei Lewis. Sembra che De Hamel voglia sfoggiare in questa occasione quell’umorismo tipico della sua gente,‘all’inglese’ appunto.

In ogni caso, però, è interessante verificare direttamente la biografia scritta da Agnes Lewis e leggere il racconto originale, che qui riporto in lingua italiana (Agnes S. Lewis, Life of the Rev. Samuel Savage Lewis, F. S. A., Fellow and Librarian of Corpus Christi College, Cambridge, Cambridge, Macmillan & Bowes, 1892):

 

[pp. 208-209] [A Rossano] «Ci rivolgemmo ai Fratelli Bianca, negozianti locali di vini e olio, per i quali un amico siciliano ci aveva dato una presentazione, e trovammo tre fratelli, belli come giovani Apollo, uno dei quali ci accompagnò in Cattedrale.
Abbiamo spiegato loro che l'obiettivo principale della venuta a Rossano era di vedere il famoso Codex Rossanensis, un MS. dei Vangeli risalente al quinto o al sesto secolo. Il signor Bianca non sapeva dove fosse, ma poiché avevamo una presentazione al Vescovo, e il Vescovo era morto di recente, ci portò al Palazzo episcopale e fummo ricevuti cortesemente dal Vicario del Vescovo.
Il Vicario stava tenendo un capitolo. Samuele vinse prontamente la sua buona volontà mostrandogli piccole fotografie colorate dei college di Cambridge, e spiegando che viveva in uno di questi, e anche che aveva i Vangeli di Sant'Agostino sotto le sue chiavi. Il Vicario chiese se fosse cattolico e sacerdote. Samuele rispose: "Sono un sacerdote della Chiesa nazionale, e il nostro motto è "Deus et Patria!". Il Vicario si consultò poi con i suoi confratelli e alla fine disse a uno dei suoi servitori laici di condurci alla casa dell'Arcidiacono, dove era il Ms.
[Il Vicario] ha gentilmente accettato un paio di fotografie; uno dei suoi confratelli ne chiese un altro paio e andammo alla casa dell'Arcidiacono.
Era modesta e la porta ci fu aperta da una donna con due bambini. Ci accompagnò in una piccola camera, riscaldata da un braciere incandescente. L'Arcidiacono apparve in abito di laico, dicendo con molta cortesia che lo avevamo disturbato durante i suoi studi mattutini, e chiedendoci di aspettare qualche minuto finché non si fosse messo la tonaca.
Poi ci portò nella sua camera da letto e chiese a Samuele se fosse un prete. Samuele diede la stessa risposta che aveva dato al Vicario e l'Arcidiacono osservò: "Allora io e te possiamo leggere il Ms." . Aprendo un piccolo cassetto, tirò fuori una scatola di cartone e mostrò il prezioso volume. Contiene i quattro Vangeli vergati in lettere d'argento su pergamena viola. Il signor Bianca ha chiesto se fosse arabo, ma gli abbiamo spiegato che era greco, e tutti e tre avremmo potuto leggere senza difficoltà.
Mia sorella desiderava verificare un passaggio della storia della nascita di nostro Signore come raccontata da San Matteo, e chiese all'Arcidiacono se poteva mostrarle una edizione del Testamento greco o latino per poterlo identificare più facilmente.
Ha confessato di avere in casa solo un Testamento latino. Ma non era possibile trovarlo, e abbiamo sospettato che non poteva leggere il prezioso Codice.
Al volume mancano purtroppo alcuni fogli e si trovano nella Biblioteca Vaticana, a Patmos, a Parigi e a Vienna. Ci sono splendide miniature all'inizio del volume, le scene principali che abbiamo notato sono l'Ultima Cena, l'Agonia nell’Orto, Giuda che si impicca davanti al Sommo Sacerdote, Pilato che giudica davanti a una folla che urla, e ritratti di uomini, alcuni coronati, che, ci ha assicurato l'Arcidiacono, sono i profeti minori. Il manoscritto era evidentemente in mani più competenti cento anni fa di quanto non sia ora; poiché l’antico custode si prese la briga di fare un indice alle sue 173 pagine, trascrivendo, traslitterando e indicando le varianti delle lettere arcaiche nella prima parola greca di ogni capitolo.
La camera da letto di una casa umile è, tuttavia, un luogo di custodia non appropriato per un tale tesoro. L'Arcidiacono ci ha sconvolto chiedendoci quale pensavamo potesse essere il suo valore monetario, e noi in cambio l'abbiamo inorridito chiedendo se i suoi confratelli se ne separassero con un ostensorio d'argento col quale mettersi in maggior risalto».

 

[pp.214-215]: «Giunti a Napoli iniziammo a negoziare seriamente per l'acquisto del Codex Rossanensis, che non era stato registrato come possedimento della nazione italiana, e che, tenuto in una casa privata, correva pericolo di distruzione con il fuoco.
Samuel avendone parlato con i preti di Rossano, ansiosi di avere il prezzo speso per i mobili della chiesa, affermò che uno di loro aveva sussurrato all'orecchio la parola "immediatamente". Quindi, dopo aver telegrafato a casa per i fondi, ha formato il folle progetto di prendere il treno per tornare a Rossano, arrivando a mezzanotte, incontrando i preti su appuntamento alla stazione, e tornando con il MS acquistato nella sua borsa con il treno successivo.
Invano facevamo presente che un simile procedimento equivaleva a corteggiare la scomparsa del MS, di 1000 sterline, e di se stesso come uomo civile. Non voleva ascoltare alcuna obiezione, e fu dissuaso dal tentativo solo dall'opinione del signor Rolfe, che argomentava che questo sarebbe stato il modo più sicuro per suscitare il sospetto della nostra disonestà nelle menti dei sacerdoti.
Il signor Rolfe ha continuato i negoziati per alcuni mesi dopo il nostro ritorno a Cambridge, ma senza effetto».
 

Il senso di responsabilità e la correttezza prevalsero nei Lewis ed ebbero la meglio sull’irrefrenabile istinto di Samuel Savage Lewis, ingolosito da quel libro meraviglioso, celato in un luogo modesto e esposto a grandi rischi. Non sfuggivano, infatti, all’attento bibliotecario di Cambridge il pericolo di deterioramento (o, addirittura, di distruzione in caso d’incendio) che l’ambiente riscaldato d’una camera da letto e l’aria fumosa per l’uso domestico di legna e carbone, poteva causare sulla pergamena, sugli inchiostri e sui colori delle miniature.

Uno studioso assai colto come lui, davanti a quella trascuratezza e mancanza di consapevolezza della preziosità del Codex da parte dei preti rossanesi, che sembravano più interessati al valore venale del codice, non poteva che convincersi che il volume meritasse più attenti custodi. Quei preti si mostravano anche inadeguati al suo studio, dal momento che non disponevano nemmeno del più elementare testo di verifica, la versione latina della Vulgata. Un particolare questo che nei visitatori anglicani non poteva che suscitare meraviglia e sospetto circa la capacità dei religiosi cattolici di interpretare il codice.

         Ma siamo nel ‘lontano’ 1889 !

Oggi il Codex Purpureus Rossanensis, glorificato come ‘Patrimonio dell’Umanità’ dall’UNESCO, illustrato nei suoi alti pregi da famosi accademici, liberato dalla scatola di cartone e dal cassetto dell’arcidiacono, è conservato in una teca blindata e climatizzata, ben vigilato e al sicuro dagli incendi nel museo dell’arcivescovato, dove si crede che agli studiosi di tutto il mondo sia anche possibile, oltre che l’accesso al prezioso volume, trovare anche le condizioni migliori per studiarlo.

La miglior tutela e conservazione del Codex Purpureus Rossanensis non può che essere la consapevole cura e lo studio sempre più approfondito che Rossano e la Calabria sapranno dedicargli.(© Tutti i diritti riservati)

martedì 23 luglio 2019


3  -  Scigliano

 

-Pergamena di Scigliano del 1631.

 

Ho già ricordato come la cattedrale di Martirano sia stata più volte distrutta dai terremoti. Nel corso del tempo lo stesso Vescovato, al cui ambito apparteneva Scigliano, andò perdendo importanza e nel 1818 fu definitavamente soppresso[1]. L’archivio diocesano condivise ogni catastrofe e andò in gran parte distrutto, mentre qualche raro documento fu disperso. Casualmente ne può affiorare qualche traccia.

Superstite a queste sciagure è un atto notarile pergamenaceo, da me recuperato casualmente presso un libraio francese e che voglio condividere con quei calabresi, se ne restano, che amano la storia di una terra bella e sfortunata.

La pergamena è stata vergata a Scigliano nel 1631 dal notaio locale Giovanni Angelo Mesoraca[2] e contiene lo strumento di vendita di un querceto della vedova Laurenza Ariano a favore del Sacro Hospidale, rappresentato dal Vicario e Procuratore del Vescovo Luca Cellesi (1627-1661), che aveva assentito e autorizzato l’acquisto.

Alla stipula dell’atto si era giunti attraverso alcuni passaggi preparatori, narrati nel testo del contratto.

In data 3 Ottobre, alla presenza del giudice ai contratti Aurelio Gentile e dei testimoni, il notaio regio Giovanni Angelo Mesoraca scrive il rogito. Laurenza Ariano, personalmente presente, vende al Sacro Hospidale nella persona del suo procuratore Don Vitaliano Arcuri, per il prezzo di 40 ducati d’argento, «uno suo territorio arborato di cerze in loco detto Le Destre seu Rovetta vicino et quasi di dentro il territorio del Sacro Hospitale».

Alla stesura del rogito presenzia una piccola folla di persone: il giudice ai contratti Aurelio Gentile, la signora Laurenza Arcuri, vedova di Fabrizio Arcuri, di Scigliano Calvisi, Don Vitaliano Arcuri, procuratore del Sacro Hospidale, il chierico Giulio Stocco, Don Pietro Francesco Foco, il chierico Ludovico Pallone, il chierico Didaco Arcuri, il chierico Gregorio Mastroianni, Giuseppe Cerminara.

Il nuovo terreno va ad arricchire il patrimonio della Chiesa locale, non ancora dissestata dalla poderosa spallata demolitrice di pochi anni dopo per effetto del violento terremoto del 1638.

Trascrivo il documento senza altre osservazioni. Nuove ricerche, mie o di altri, potranno dare l’opportunità di valutarlo più ampiamente.

 

 

1631, 3 Ottobre. Scigliano.

 

Pergamena, mm 440 x 247. Note archivistiche dorsali. Inedita.

 

«In Dei nomine amen. Anno Circumcisionis eiusdem millesimo sexcentesimo trigesimo primo, regnante serenissimo et catholico Domino Philippo quarto de Austria / Dei gratia rege Castelle Aragonum Dalmatie Croatie Ungarie Hyerusalem Utriusque Sicilie et aliorum regnorum, regnatus vero eius anno decimo falente (?). / Amen. Die vero tertia mensis octobris decimequinte indictionis, in terra Scigliani, Nos Aurelius Gentile regius ad contractus iudex, Ioannes Angelus Mesoraca de dicta terra / publicus per provincias regia auctoritate notarius, et testes subscripti ad hoc specialiter vocati atque rogati nostro presenti scripto publico declaramus notum facimus ac testamur qualiter / eodem predicto die Convenuti personalmente in presentia nostra Laurenza Ariano vidua del quondam Fabritio Arcuri di detta terra astante alle cose infrascritte per se in proprium d’una parte et il reverendo Don / Vitaliano Arcuri procuratore del Sacro Hospitale di detta terra procuratorio nomine et pro parte dicti Sacri Hospitalis et cum intervento del Reverendo Vicario foraneo et assenso / di Monsignor Illustrissimo Vescovo di Martirano agente alle cose infrascritte nomine quo supra in proprium dall’altra parte, cuius tenor dicti assensus de tenoris sequentis: Magnifico et Reverendissimo Monsignore / Laurenza vidua del quondam Fabritio Arcuri della terra di Scigliano Calvisi humilmente supplicando li fa intendere come si ritrova uno suo territorio arborato di cerze in loco detto Le / destre seu Rovetta vicino et quasi di dentro il territorio del Sacro Hospitale di detta terra, quale terra desidera venderla, et essendo molto approposito comprarla detto Sacro Ho- / spitale mentre sono dentro le sopradette terre la sopradetta resti servita prestare il suo consenso et dar ordine al procuratore di detto Sacro Hospitale che voglia attendere a detta compra, et il / tutto lo reputa a gratia singularissima ut Deus etc. Il nostro Vicario furaneo di Scigliano etc. s’informi dell’esposto et si fenisca. Martirano 30 Settembre 1631. Lucas Episcopi Marturani. Don / Giacomo Rende Vicario furaneo di Scigliano fa relatione a Monsignore Illustrissimo che la predetta portione arborata di cerze et altri arbori è molto necessaria comprarsi dal Sacro Hospitale / di Scigliano stante che tanto contigua col terreno di detto Hospitale rimanendo luoco che non si possa vendere senza farsi danno l’uno all’altro et l’altro all’altro perciò le posso molto espedi- / tare farsi detta compra piacendo a cossì a detto Monsignore Illustrissimo et questo dice die 30 Settembre 1631. Martirani Jacobus de Rende Vicarius foraneus signavi. Il nostro Vicario furaneo di Scigliano etc. / stante la retroscritta relatione faccia l’instrumento con l’oratione della compra di detta possessione a favore dell’Hospitale con le debite cautele facendola prima stimare da stimato- / ri communi. Martirano il primo di Ottobre 1631 Lucas Episcopus Marturanensis. Detta Laurentia ha asserito in presentia nostra tenere et possedere iuxto titulo et bona fide como signa / et più uno cerzito in loco detto Le Destre seu Le Rovetta confine la possessione dell’heredi del quondam Ciancio de Ariano, l’heredi del quondam Giannino Falanio li beni di detto / Sacro Hospitale et altri fini fianco, et havendo fatto l’assensione predetta sono venuti a conventione cum dicto procuratore nomine quo supra et publica carta con la pia- / ciuta et piace più hoggi preditto di supra ni dolo etc. et amori nostri misericordia etc. libere vende et titulo venditoris e una, et assigna lo preditto Cersito ut supra et finato a ditto Sacro / Hospitale mettendolo in possessione per fructim perenne ut iuris et moris est et convenuto per prezzo di ducati quaranta conforme per estima fatta per il Reverendo Don Giovanni Berar- / dino Mesoraca di detta terra quali docati quaranta presentialiter et manualiter sellericeve (così) di moneta d’Argento, del quale prezzo si chiama ben / contenta et dove detto Cersito valessi più questo di più lo dona a detto Sacro Hospidale donationis titulo inrevocabiliter inter vivos que donatio fa / si che per l’avenire passi in pleno dominio di detto Sacro Hospidale ad habendum cedens omne ius et constituit se per simplex constitutum etc / tenere etc. promettendo detta Laurenza cum iuramento sollenni stipulatione detta venditione et donatione et tutte le cose predette sempre / habere ratas ac ratas eoque attendere et contrarium facens aliqua ratione etc. Dei cum iuramento promisit de evictione teneri in ampla / forma quia supra Pragmatibus omnibus observandis etc. detta Laurenza obligavit se realiter et personaliter et bona ipsius omnibus sub pena untiarum / auri vigintiquinque fisco etc. cum constituto et precario nomine etc. obligavit se etc. iuravit etc. Unde ad futuram rei memoriam certitudinem et cautelam / dicti Sacri Hospidali factum est ex inde de premissis omnibus hoc presens publicum instrumentum mea propria manu scriptum / subscriptum et abscriptum subscriptorumque iudicis et testium subscriptionibus roboratum, quod scripsi ego Ioannes Angelus Mesoraca / de Scigliano publicus et Regius Notarius ipsumque meo solito signo signavi rogatus etc. Datum die mense anno indictione et regnatus / quibus supra etc. Et in fidem etc. /

Ego Aurelius Gentile Regius ad contractus iudex interfui /

Ego Clericus Julius Stoccus testis interfui /

Ego Didacus Arcurius testis interfui /

 

Presentibus s(ubscriptis) testibus /

Aurelio Gentile ai contratti Judice /

D. Petro Francisco Foco /

Clerico Ludovico Pallone /

Josepho Cerminara /

Clerico Didaco Arcuri /

Clerico Julio Stocco /

Clerico Gregorio Mastroianni /

(ST) /

 

Idem ut supra Notarius Joannes Angelus Mesoraca

manu et signo propriis signavi.»

 

 

Il raro signum notarile di Giovanni Angelo Mesoraca

Tutti i diritti riservati © Antonio Maria Adorisio
 

 

 

(continua)




[1] Ughelli, Italia Sacra, IX, 284.
[2] Questo notaio manca a V. M. Egidi, Signa tabellionum ex Archivo Publico Consentino, Roma, 1970 (Fonti e Studi del Corpus membranarum italicarum, V).

lunedì 8 aprile 2019


2 - Martirano.

 




Iscrizione di Filippo de Matera.


Nell’antica cattedrale di Martirano, distrutta da ripetuti terremoti (particolarmente quelli del 1638, 1783 e 1905)[1], esisteva una memoria sepolcrale di un suo vescovo: Filippo de Matera (ca. 1205-1238)[2]. Il nome di questo personaggio è legato nelle narrazioni storiche a quello di Federico II di Svevia, al cui seguito compare nella solenne consacrazione della cattedrale di Cosenza ricostruita da Luca di Casamari[3]. Nel diploma del 30 gennaio 1222 che ricorda l’evento Filippo è nominato e si sottoscrive tra i prelati che officiano la cerimonia religiosa alla presenza dell’Imperatore.

Un personaggio di rilievo, ma non senza ombre. Studi recenti hanno portato alla luce un processo per sodomia a suo carico nel 1238, che alcuni leggono come un atto repressivo del Papato per la sua vicinanza a Federico II nell’ambito dei contrasti tra Chiesa e Impero[4]. Ai nostri giorni, con tanti scandali a sfondo sessuale che hanno coinvolto eminenti prelati, l’accusa rivolta a Filippo non appare incredibile, ma a distanza di secoli, quel che veramente è stato sfugge ad ogni verifica della storia e impone prudenza e cautela di giudizio.

Filippo, in ogni caso, è un personaggio che emerge dalle fonti scritte accanto a personalità che hanno segnato la storia della Calabria e d’Italia e ne arricchisce il quadro di contorno.

Oltre che alle scritture, il suo ricordo era anche affidato alla sua sepoltura nella Cattedrale della sua diocesi. Alcuni secoli dopo, un altro vescovo, Francesco Monaco (1592–1627)[5], che si riconosceva imparentato alla famiglia di Filippo, ne volle rinvedire il ricordo apponendo presso l’altare dei defunti una circostanziata epigrafe marmorea.

Sin oggi questa epigrafe è stata conosciuta per via della trascrizione (non priva di errori) datane da Pietro Vincenti nell’opera Teatro de ... Protonotarii, pubblicata a Napoli nel 1607[6].

Ora una nuova testimonianza emerge da carte manoscritte di Giuseppe Alferi Ossorio, nobile aquilano, ricercatore di storia del Regno meridionale, vissuto tra la fine del sec.XVI e ancora in vita nel 1624. Il suo archivio, o, forse, una sua parte, ricca di carte e appunti relativi all’intero territorio del Regno napoletano, Calabria compresa, è comparsa ed è andata dispersa in anni recenti sul mercato antiquario.

Per puro caso ho potuto acquistare un fascicoletto di pochi fogli con appunti di contenuto vario (fra cui due strofe di una volgarizzazione in versi della leggenda agiografica di S. Nicola di Bari, da me pubblicate in questo stesso Blogg nel luglio 2010).

Nel fascicolo è presente una scheda su Filippo de Matera, del quale viene riportata l’epigrafe della Cattedrale in una trascrizione attenta e corretta, esente dagli errori presenti nella copia pubblicata dal Vincenti, che qui trascrivo e riproduco per i ricercatori di memorie storiche medioevali:

 

FILIPPO DI MATERA.
In Ecclesia Cathedrali Marturanensi ad aram pro defunctis privilegiatam in marmorea tabula legitur:
D.O.M.
Philippo de Matera Ex urbe Consentia Brutiorum Metropoli Episcopo Marturanensi Friderici Secundi et Constantiae eius uxoris Augustae Regni Utriusque Siciliae Magno Cancellario, Qui anno a Virgineo Partu Millesimo ducentesimo vigesimo secundo interfuit dedicationi Majoris Ecclesiae Consentiae, Franciscus Episcopus Marturanensis viro optimo et ex materno genere coniuncto ob Deliam Hyeronimi ex familia de Matera Patritij Consentini filiam, ex qua et Joanne Paulo ex familia Monaco Patricio Consentino et Pontificij et Caesarei Iurisconsulto coniugibus idem Franciscus natus est, et ut in vetustate iacentem a temporum iniuria vindicaret hoc amoris sui monumentum posuit Kalendis Martij anno a Jesu Christo nato millesimo sexcentesimo quarto Clemente Octavo Pontifice Maximo anno eius decimo tertio Philippo Tertio de Austria regnante anno Regni eius sexto, et Episcopatus eiusdem Francisci Monaci Anno duodecimo.

 


© Antonio Maria Adorisio
 

[Traduzione:] A Dio Onnipotente e Misericordioso. A Filippo di Matera della città di Cosenza, metropoli dei Bruzi, Vescovo di Martirano, Gran Cancelliere di Federico II e di Costanza sua moglie Augusta del Regno delle Due Sicilie, che nell’anno del parto della Vergine 1222 intervenne alla consacrazione della Chiesa Cattedrale di Cosenza, Francesco Vescovo di Martirano, all’uomo ottimo per parte materna congiunto tramite Delia figlia di Gerolamo della famiglia Matera patrizio cosentino, dalla quale e da Giovanni Paolo della famiglia Monaco patrizio cosentino, giureconsulto pontificio e cesareo, coniugi, Francesco stesso è nato, questo monumento offeso dal tempo e giacente nell’incuria per amor suo fece ripristinare il 1 Marzo dell’anno di Cristo 1604, tredicesimo anno di Papa Clemente VIII, sesto del regno di Filippo III d’Austria e dodicesimo dell’episcopato del medesimo Francesco Monaco.

 

         Francesco Monaco non immaginava certo che l’iscrizione da lui dettata e la tavola marmorea su cui era incisa sarebbero state travolte dal tempo e dalla forza della natura e la memoria sarebbe sopravvissuta solo nelle trascrizioni di due studiosi. La scrittura ha superato le avverse vicende ancor più che la lapide marmorea, salvando la memoria e riproponendone la storia.

         A Francesco Monaco, vescovo di Martirano, il cistercense Giacomo Greco di Scigliano, monaco del monastero di San Giovanni in Fiore, dedica nel 1612 la sua Chronologia di Gioacchino da Fiore[7], frutto di una ricognizione delle memorie storiche dell’Abate.

© Antonio Maria Adorisio


         Giacomo Greco motivava la dedica a Francesco Monaco con l’amore e l’interesse che il Vescovo manifestava per la tradizione storica, in consonanza, possiamo aggiungere, con le motivazioni che lo avevano spinto a raccogliere le superstiti memorie gioachimite. Per loro, come, forse, anche per noi, la conoscenza del passato, oltre che dilettare, può giovare a riqualificare il senso del presente e a rafforzare i legami identitari con i territori che, vivendo, attraversiamo.

(Continua)

 




[1] Ministero della educazione nazionale, Elenco degli edifici monumentali, LVIII-LX Catanzaro-Cosenza-Reggio Calabria, a cura di Alfonso Frangipane, Roma, Libreria dello Stato, 1938, p.41;  Storia della Calabria. Le cattedrali, a cura di S. Valtieri, Gangemi, 2002, pp.335, pp.157 e sgg.
[2] Kehr, Italia pontificia, X, pp. 118-119; Kamp, Kirche und Monarchie..., vol.2, pp.863-869.
[3] V. M. Egidi, Regesto delle pergamene dell’Archivio Capitolare di Cosenza, a cura di R. Borretti, Cosenza, 1996, p.11, n.3; F. Burgarella, Dalle origini al medioevo, in: Cosenza. Storia Cultura Economia, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 1992 (?), pp.12-70.
[4] Il 26 maggio 1238 Gregorio IX incarica l’Arcivescovo di Cosenza e il vescovo di Bisignano d’indagare sulle dicerie che accusavano Filippo di Matera di gravi vizi, sembra sodomia. Si veda Julien Théry-Astruc, Luxure cléricale, gouvernement de l'Église et royauté capétienne au temps de la "Bible de saint Louis", in Revue Mabillon, 25, 2014, p. 165-194, specificamente, p. 174, 186 n.100; e Julien Théry-Astruc, "Excès" et "affaires d'enquête". Les procédures criminelles de la papauté contre les prélats, de la mi-XIIe à la mi-XIVe siècle. Première approche, in La pathologie du pouvoir: vices, crimes et délits des gouvernants, a cura di P. Gilli, Leyde: Brill, 2016, p. 164-236, e specificamente p. 192 nota 92 e p. 214 [da L. Auvray, Les registres de Grégoire IX: recueil des bulles de ce pape, Paris, E. de Boccard, 1896-1955, II, coll.1034-5, n° 4377].
[5] Eubel, Hierarchia Catholica, vol. IV, p.233.
[6] Pietro Vincenti, Teatro de gli huomini illustri, che furono protonotarij nel Regno di Napoli. Composto dal dottor Pietro Vincenti della città d'Ostuni. Cominciando da gli rè normandi sino à gli austriaci con vn breue discorso di alcune famiglie, notate nella seguente carta, & indice delli protonotarij, & de l'altre cose notabili, Napoli, Gio. Battista Sottile, per Scipione Bonino, 1607, p.146. Anche UGHELLI, Italia Sacra, 1721, IX, 277.
[7] Giacomo Greco, Ioacchim Abbatis et Florensis ordinis chronologia, Cosenza, per D. Andrea Riccio, 1612.

martedì 2 aprile 2019


AutobibliografiA

On m'a demandé parfois quel etait mon sujet;

je répond toujours: l'examen des manuscrits.

(André Wilmart)

L'idea di un'autobibliografia l'ho avuta da Augusto Campana, maestro grande per dottrina e umanità. Nei primi anni '70, quando da poco ero bibliotecario nella Biblioteca Casanatense, conversando un giorno con lui, mi sentii rivolgere la richiesta di segnalargli quelle bibliografie che risultassero compilate dagli stessi autori. Augusto (così voleva che lo chiamassero coloro che facevano parte della schiera dei suoi amici) mi spiegò che era sua intenzione raccogliere la propria bibliografia a comodità degli allievi e degli studiosi. Chi meglio di me, diceva, può conoscere quello che ho scritto?

Per allora non potei segnalargli nulla. Quando, non molti anni dopo, passai nella Biblioteca Universitaria Alessandrina, presso la quale aveva lavorato anche il famoso bibliotecario risorgimentale Enrico Narducci, trovai tra i suoi scritti editi una sintetica auto-bibliografia: Catalogo delle pubblicazioni di Enrico Narducci, R. Bibliotecario, Ufficiale della Corona d’Italia, Cavaliere ... (30 anni di lavoro), Roma, Tipografia delle Scienze Matematiche e Fisiche, 1887. Mi capitò, poi, una mattina d'incontrare Augusto nel Piazzale della Minerva e fui lieto di segnalargli lo scritto del Narducci. Non lo conosceva e ne fu contento, ripagandomi con quel suo caratteristico risolino che indicava sicura soddisfazione. Subito dopo soggiunse, però, che la sua autobibliografia non l'aveva ancora incominciata.

Quei difficili anni '70 volgevano al tramonto e altri anni ancora volarono. Ma da allora sino ad oggi, prima e dopo la sua scomparsa, non ho visto né sentito parlare di quella sua progettata opera. Si cela, forse, fra le sue carte come l’abbozzo di un lavoro incompiuto?

Personalmente non so qual esito potrà avere questa mia compilazione. Il 'festina lente' caratteristico del Maestro s'addice anche a me, e, forse, ancor più che a lui. Io non ho allievi da indirizzare o colleghi da cui farmi ricordare. Questa autobibliografia non serve che come promemoria di quel che ho scritto, e, forse, pubblicandola a qualche raro amico.

Non c'è dubbio, ho scritto sulla sabbia che il vento leviga incessantemente. Per il solitario abitatore del deserto è stato un esercizio di perfezione, un'ascetica disciplina. Cos'altro può essere la ricerca dell'indizio, il recupero del frammento, la raccolta delle inesauribili particelle che gravitano nel macrocosmo del sapere?

Il vento pareggerà la sabbia, scompiglierà le carte, ma non cancellerà il piacere di averle scritte.

Rogatus quid ex philosophia lucrasset,

mecum ait colloqui posse.

(Antisthenes)

***

*

 

1.     [Revisione e correzione:] Miniatori e pittori a Bologna. Documenti del sec.XV, di Francesco Filippini e Guido Zucchini, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1968.

2.    Iniziali istoriate di manoscritti ed iniziali iconografiche, in «La Bibliofilia», LXXI (1969), pp.237-241.

3.    Notizia di un'opera d'arte in un carme di dedica di Lorenzo Valla, in «Commentari», XX (1969), p.342.

4.    Carlo Criuelli, Girolamo da Cremona e Franco de' Russi in incunaboli miniati della Biblioteca Casanatense, in «Accademie e Biblioteche d'Italia», Xl (1972), pp.27-34, figg.l-9.

5.    Un messale miniato donato a Jean de Berry ed oggi nella Biblioteca Casanatense di Roma, in: Miscellanea in memoria di Giorgio Cencetti, Torino, Bottega d'Erasmo, 1973, pp.293-315, tavv. I-VIII.

6.    Un nuovo incunabolo postillato da Angelo Poliziano, in collaborazione con Albio Cesare Cassio, in «Italia Medioevale e Umanistica», XVI (1973), pp.263-271, tavv.XV-XX.

7.    Miniatura inedita della Francia romanica, in «Commentari», XXIV (1973), pp.208-209.

8.    Testimonianze del monachesimo basiliano lungo il corso del fiume Trionto (Rossano), in «Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata», N.S., XXVII (1973), pp.91-96, figg. 1-8.

9.    Recensione a: Guglielmo Cavallo (a cura di), Libri, editori e pubblico nel mondo antico. Guida storica e critica, Bari, Laterza, 1975, in «Accademie e Biblioteche d'Italia», XLIII (1975), pp.474-477.

10.- Cultura in lingua volgare a Roma fra Quattro e Cinquecento, in: Studi di biblioteconomia e storia del libro in onore di Francesco Barberi, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 1976, pp.19-36, tav.I.

11.- Editoria e libro illustrato a Roma nel sec.XV, in «Accademie e Biblioteche d'Italia», XLIV (1976), pp.206-213.

12.- Note su alcuni libri illustrati di astronomia e astrologia, in «Accademie e Biblioteche d'Italia», XLVI (1978), pp.404-410.

13.- Per la storia delle arti a S. Maria del Patire e a S. Giovanni di Caloveto (Rossano). Documenti inediti, in «Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata», N.S., XXXIV (1980), pp.37-73.

14.- Un manufatto medievale poco noto: il codice, in collaborazione con Carlo Federici, in «Archeologia Medievale», VII (1980), pp.483-506.

15.- Archeologia del libro, in «Archeologia Medievale», VIII (1981), pp.641-643.

16.- Per una storia della biblioteca dei Duchi d'Urbino: primo contributo allo studio delle legature, in collaborazione con Carlo Federici, in «Bollettino dell'Istituto Centrale per la patologia del libro "Alfonso Gallo"», XXXVII (1981), pp.5-18.

17.- [Intervento sulla catalogazione dei manoscritti] in: Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, Il manoscritto. Situazione catalografica e proposta di una organizzazione della documentazione e delle informazioni. Atti del Seminario di Roma, 11/12 giugno 1980, a cura di Maria Cecilia Cuturi, Roma, 1981, pp.164-167.

18.- Recensione a: Roberta Passalacqua (a cura di), I codici liturgici miniati dugenteschi nell'Archivio Capitolare del Duomo di Arezzo, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1980, in «Associazione Italiana Biblioteche. Bollettino d'informazioni», XXIII (1983), pp.245-246.

19.- Il campanile di Longobucco, in «Calabria Sconosciuta», n. 24, ottobre-dicembre 1983, pp.17-18.

20.- Per la storia della scrittura latina in Calabria dopo la conquista normanna, in «Scrittura e Civiltà», 8 (1984), pp.105-127, tavv. I-IX.

21.- Un 'Virgilio' in Calabria: microstoria di un libro, in «Magna Graecia», XIX, n. 7-8, luglio-agosto, 1984, pp.5-6.

22.- Il libro come ripostiglio monetale, in «Archeologia Medievale», IX (1984), pp.461-463.

23.- La più antica raffigurazione della Cattedrale di Cosenza, in «Magna Graecia», XIX, n.11-12 novembre-dicembre 1984, pp.10-11.

24.- Le biblioteche medievali calabresi e la biblioteca di Guglielmo vescovo di Umbriatico (1347-1362), in «Rivista Storica Calabrese», N.S., VI (1985), pp.457-462.

25.- Sul recente libro di A. Petrucci, La descrizione del manoscritto (Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1984), in «Associazione Italiana Biblioteche. Bollettino d'informazioni», XXV (1985), pp.23-28.

26.- Contributo alla storia degli studi gioachimiti: Costantino Gaetani O.S.B. (1560-1650) e la documentazione da lui raccolta (con appendice documentaria), in: L'età dello Spirito e la fine dei tempi in Gioacchino da Fiore e nel Gioachimismo medievale. Atti del II Congresso Internazionale di Studi Gioachimiti. San Giovanni in Fiore-Luzzi-Celico 6-9 Settembre 1984, a cura di A. Crocco, S.Giovanni in Fiore, Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, 1986, pp.301-318.

27.- (M) Codici latini calabresi. Produzione libraria in Val di Crati e in Sila tra XII e Xlll secolo, Roma, Gela Editrice, 1986.

28.- Topografia sacra medioevale della valle del Trionto, in: Calabria bizantina. Istituzioni civili e topografia storica. Relazioni e comunicazioni presentate al VI e al VII Incontro di Studi Bizantini, Reggio Calabria, aprile 1981, aprile 1983, Roma-Reggio Calabria, Gangemi Editore,1986, pp.203-207.

29.- Aspetti tipologici di legature feltresche, in collaborazione con Carlo Federici, in: Federico di Montefeltro. Lo stato. Le arti. La cultura. Atti del Convegno di Urbino, 3-8 ottobre 1982, Roma, Bulzoni Editore, 1986, vol.III, pp.51-60, tavv.5.

30.- Recensione a: Paolo Cherubini, Note sul commercio librario a Roma nel '400 [Studi Romani, 33 (1985), pp.212-221], in «RR. Roma nel Rinascimento», 1986, pp.68-69.

31.- Un Laboratorio per il manoscritto: problemi e prospettive, in: Notizie. Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, 11 (Novembre 1986), pp.3-6.

32.- Sui cataloghi perduti delle biblioteche cisterciensi e florensi calabresi, in «Rivista Cistercense», IV (1987), pp.161-164.

33.- La descrizione dei manoscritti al bivio tra catalogazione e documentazione, in: Documentare il manoscritto: problematica di un censimento. Atti del Seminario di Roma, 6-7 aprile 1987, a cura di T. Gargiulo, Roma, Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche, 1987, pp.15-27.

34.- Un cimelio florense ritrovato, in «Florensia», I (1987), pp.79-90.

35.- Attività del Laboratorio per la documentazione e la catalogazione del manoscritto, in «Pact News. European Study Group on Physical, Chemical, Biological and Mathematical Techniques applied to Archeology», 1987, 19 (September), pp.81-82 (Centro universitario europeo per i Beni culturali, Villa Rufolo, Ravello).

36.- [Interventi sui problemi della conservazione e sulle tecnologie di riproduzione dei manoscritti], in: Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1ª Conferenza nazionale dei beni librari: Microfilm di manoscritti. Conservazione del materiale librario contemporaneo, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, 14, 15, 16 dicembre 1987, in «Bollettino dell'Istituto Centrale per la Patologia del Libro», XLI (1987), pp.38-41, 42, 90-92.

37.- Recensione a: Emanuele Casamassima, L'autografo Riccardiano della seconda lettera del Petrarca a Urbano V (Senile IX, 1), Roma, V.Levi, 1985, 175 p., ill. (Quaderni petrarcheschi, 3), in «Associazione Italiana Biblioteche. Bollettino d'informazioni», XXVIII (1988), pp.221-223.

38.- Recensione a: Marco Paoli, Arte e committenza priuata a Lucca nel Trecento e nel Quattrocento. Produzione artistica e cultura libraria, Lucca, M. Pacini Fazzi, 1986. Parte terza, La cultura e il libro, pp.89-118, in «Associazione Italiana Biblioteche. Bollettino d'informazioni», XXVIII (1988), pp.223-224.

39.- Una conferma della produzione libraria a S. Maria della Sambucina e a Cosenza, in «Studi Medievali», s. III, 29 (1988), pp.261-265.

40.- Seminario di studi su "La tradizione manoscritta delle opere di Gioacchino da Fiore". San Giovanni in Fiore, 22-27 agosto 1988, in «Rivista Cistercense», V (1988), pp.339-341.

41.- Recensione a: Emanuele Casamassima, Tradizione corsiva e tradizione libraria nella scrittura latina del Medioevo, Roma, Gela Editrice, 1988, pp.184, tavv. I-XXX, in «Accademie e Biblioteche d'Italia», LVII (1989), pp.63-66.

42.- (M) La "Legenda" del Santo di Fiore. B. Ioachimi abbatis miracula, Roma, Vecchiarelli Editore, 1989.

43.- Recensione a: AA.VV., Il libro italiano del Cinquecento: produzione e commercio. Catalogo della mostra. Biblioteca Nazionale Centrale, Roma 20 ottobre-16 dicembre 1989, in «RR. Roma nel Rinascimento», 1989, pp.187-189.

44.- Riforma Tridentina in Calabria. Un rogo di libri ereticali a Santa Severina, in: Studi di storia della Chiesa in Calabria offerti al padre Francesco Russo nei suoi ottant'anni, in «Rivista Storica Calabrese», N.S., VIII (1987), pp.263-279.

45.- Gli "Inventari" di Mazzatinti, in: Giuseppe Mazzatinti (1885-1906) tra storia e filologia. Atti del Convegno di studi. Gubbio, 9-10 dicembre 1987, a cura di P. Castelli, E. Menestò, G. Pellegrini, Perugia-Firenze 1990, pp.199-205.

46.- I manoscritti in SBN, in «SBN notizie», n. 2 (1990), p.8-9.

47.- Recensione a: Marino Zorzi, La libreria di San Marco. Libri, lettori, società nella Venezia dei Dogi, Milano, A. Mondadori, 1987, pp.596, ill. (Ateneo Veneto. Collana di studi, 1), in «RR. Roma nel Rinascimento», 1990, pp.226-227.

48.- [Coordinamento della redazione del “Sussidio alla compilazione della scheda di censimento dei manoscritti”. Tavole e didascalie.], in: Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento. A cura di Viviana Jemolo e Mirella Morelli. Contributi di Bonifacio Baroffio, Massimo Gentili Tedeschi, Valentino Pace, Roma, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, 1990.

49.- Recensione a: Marina Panetta, La "libraria" di Mattia Casanate, Roma, Bulzoni Editore, 1988 (Il bibliotecario, 2), pp.246, in «Associazione Italiana Biblioteche. Bollettino d'informazioni», XXX (1990), pp. 85-86.

50.- Il catalogo dei manoscritti come documentazione, in: 1938-1988. Cinquantenario dell'Istituto Centrale per la Patologia del Libro. Convegno internazionale. Uso e conservazione del libro, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, 6-9 novembre 1988, in «Bollettino dell'Istituto Centrale per la Patologia del Libro», XLII (1988) [ma 1990], pp.123-129, 158-159.

51.- Recensione a: Bernard McGinn, L'Abate calabrese. Gioacchino da Fiore nella storia del pensiero occidentale, trad. di P. e E. Di Giulio, Genova, Marietti, 1990 (Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Opere di Gioacchino da Fiore. Strumenti, 2), pp.265, in «Rivista Cistercense», VIII (1991), pp.113-117.

52.- I beni librari manoscritti e il loro censimento, in «European Research Libraries Cooperation. The Liber Quarterly», 1(1991), n.4, pp.395-398.

53.- Per il censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane, in «Gazette du livre medieval», 18 (Printemps 1991), pp. 9-12 http://www.palaeographia.org/glm/glm.htm?art=censimento

54.- I manoscritti in SBN : aggiornamenti, in «SBN notizie», n.2 (1991), p. 12-14.

55.- Il censimento dei manoscritti, in «Ministero per i Beni culturali e ambientali. Notiziario», 37 (aprile-giugno 1992), pp.36-38.

56.- Recenti progetti dell'ICCU: censimento e bibliografia dei manoscritti, in «Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani. Bollettino di informazione», I (n.3, settembre-dicembre 1992), pp.39-42.

57.- Per il censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane: strumenti, progetti in corso, prospettive, in: Metodologie informatiche per il censimento e la documentazione dei manoscritti. Atti dell'Incontro internazionale di Roma, 18-20 marzo 1991, a cura del Laboratorio per la documentazione e la catalogazione del manoscritto, Roma, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, 1993, pp.23-38.

58.- Momenti e aspetti della produzione libraria latina nella Calabria medievale, in: Mestieri, lavoro e professioni nella Calabria medievale: tecniche, organizzazioni, linguaggi. Atti dell'VIII congresso storico calabrese, Palmi (RC), 19-22 novembre 1987, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 1993, pp.383-403.

59.- Libri di vescovi calabresi del Trecento, in «La specola. Annuario di bibliologia e bibliofilia», 1992-1993, pp.85-97.

60.- (M) I miracoli dell'Abate. I fatti miracolosi compiuti da Gioacchino da Fiore tradotti in lingua italiana, Manziana-Roma, Vecchiarelli Editore, 1993 (Centro internazionale di studi gioachimiti).

61.- In margine a: Il libro offeso. Insetti carticoli e roditori nelle biblioteche antiche di Enzo Puglia (Napoli, Liguori Editore, 1991), in «Biblioteche oggi», 11(1993), n.9, pp.85-86.

 

[ Schede catalografiche per la Mostra: I libri del silenzio. Biblioteche monastiche ritrovate, in: I luoghi della memoria scritta. I libri del silenzio. I libri del decoro. I libri della porpora. Mostra 21 marzo-31 maggio 1994. Catalogo. Direzione scientifica di G. Cavallo, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1994.

62.- sched. n.2, Letture agiografiche relative a San Martino di Tours. Sec.XI4/4. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess. 53, pp.57-59, fig.2.

63.- sched. n.36, Benedicti Regula. Sec.XIII1/4. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess. 88, p.82.

64.- sched. n.48, Passionario. Sec.XIII1/4. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess. 49, p.87.

65.- sched. n.49, Antifonario. Responsoriale. Versicolario dell’Ufficio monastico. Sec.XII ex – XIII in. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: Sess. 573, pp.87-88.

66.- sched. n.50, Florilegio di sermoni cisterciensi. Sec.XIII1/4. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: Sess. 115, p.88.

67.- sched. n.51, Raccolta di testi agiografici e di diritto civile. Sec.XII, XII ex. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess. 110, pp.88-89, fig.51.

68.- sched. n.52, Onorio III, Sermoni per tutto l’anno. Sec.XIII (1216-1226). Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess. 51, p.89, fig.52.

69.- sched. n.53, Miscellanea di letture monastiche. Sec.XII2. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: Sess. 113, p.89.

70.- sched. n.54, Bruno Astense, Commento ai Salmi. Sec.XIII in. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess. 105, p.89:

71.- sched. n.55, Bibbia. Libro di Ezechiele. Sec.XIII. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: S. Pant. 39, pp.89-90, fig.55.

72.- sched. n.56, Bibbia. Libro del Deuteronomio. Sec.XIII. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: S. Pant. 47, p.90.

73.- sched. n.57, Vite dei Padri del deserto. Sec.XII ex. – XIII in. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: Vitt. Em. 1501, p.91, fig.57.

74.- sched. n.58, Girolamo, Epistole. Gregorio Magno, Moralia in Job. Sec. XII ex.-XIII in. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess. 32, pp.91-92, fig.58.

75.- sched. n.59, Miscellanea di testi patristici. Sec.XII2. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: Sess. 148, p.92.

76.- sched. n.60, Ufficio per le festività della Santa Croce. Sec.XIV (dopo il 1377 – prima del 1390). Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess. 20, pp.92-94, fig.60.

77.- sched. n.64, Bonaventura da Bagnoregio, Legenda Maior Sancti Francisci. Sec.XIV. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: Vitt. Em. 411, p.96.

 

78.- Gioacchino da Fiore a Roma e nel Lazio, in «Rivista Cistercense», XI (1994), n.1, pp.33-45.

79.- Nuovi codici per la storia dell'Umanesimo a Roma, in «RR. Roma nel Rinascimento», 1994, pp.297-305.

80.- Il recupero dei codici Guarnieri Balleani, in: AA.VV., I manoscritti di Elsa Morante e altri studi, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, 1995 (BVE Quaderni, 3), pp.33-36.

81.- L'opera dimenticata di Luca di Casamari. Premessa all'edizione del "Liber usuum Ecclesiae Cusentinae", in: Federico II e Casamari. Convegno nazionale di studi nell'ottavo centenario della nascita di Federico II (1195-1250) (così). Casamari, 16 settembre 1995, in «Rivista Cistercense», XII (1995), pp.273-288.

[Schede catalografiche per la Mostra: Virgilio e il chiostro. Manoscritti di autori classici e civiltà monastica. Catalogo a cura di Mariano Dell'Omo, Roma, Fratelli Palombi-Rose Editori, 1996.].

 

82.- sched. n.2, Rutilio Namaziano, De reditu suo. Sec.VII-VIII. Torino, Biblioteca Nazionale, F.IV.25, pp.107-108.

83.  - sched. n.6, Miscellanea di computo ecclesiastico, di materie astronomiche e cronografiche (con estratti di autori classici). Sec.IX (aggiunte del sec.XI-XIII). Biblioteca Apostolica Vaticana, Reg. lat. 309, pp.115-117.

84.  - sched. n.8, Prisciano, Ars. Ps. Prisciano, De accentibus. Sec.XII in. Biblioteca Apostolica Vaticana, Ross. 500, pp.120-121.

85.  - sched. n.13, Raccolta di testi di medicina antica. Sec. IX. Firenze, Biblioteca Laurenziana, 73.41, pp.130-131.

86.  - sched. n.24, Apuleio, Apologia. Sec.XI. Assisi, Biblioteca Comunale, ms 706, p.144.

87.  - sched. n.25, Raccolta di testi di dialettica. Sec.XI (ultimo trentennio). Biblioteca Apostolica Vaticana, Ottob. lat. 1406, pp.145-147.

88.  - sched. n.33, Apuleio, Apologia; Metamorphoseon libri XI; Florida. Sec. XIII in. Firenze, Biblioteca Laurenziana, 29.2, p.161.

89.  - sched. n.43, Servio, Commentario a Virgilio. Sec.X (seconda metà in.). Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 3317, p.178.

90.  - sched. n.44, Raccolta di testi di medicina antica. Sec.XI. Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. lat. 160, pp.179-181.

91.  - sched. n.47, Virgilio, Bucolica; Georgica; Aeneis. Sec.XI ex. Biblioteca Apostolica Vaticana, Reg. lat. 2090, pp.186-187.

 

92.- (M) Dinamiche librarie cisterciensi: da Casamari alla Calabria. Origine e dispersione della biblioteca manoscritta dell'abbazia di Casamari, Casamari, Edizioni Casamari, 1996 (Bibliotheca Casaemariensis, 1).

93.- Nota dei codici appartenuti a Francesco e Stefano Guarnieri di Osimo, in «Rinascimento. Rivista dell'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento», XXXVI (1996), pp.195-205.

94.- Un enigma romano. Sulle Antiquarie Prospettiche Romane e il loro autore, in: Roma nella svolta tra Quattro e Cinquecento. Atti del Convegno Internazionale di Studi, a cura di Stefano Colonna, [1996], Roma, De Luca Editori d'Arte, 2004, pp.465-480.

95.- L'opera dimenticata di Luca di Casamari. Premessa all'edizione del "Liber usuum Ecclesiae Cusentinae", in: Federico II e Casamari. Atti del convegno nazionale di studi nell'ottavo centenario della nascita di Federico II (1194-1250). Casamari, 16 settembre 1995, Casamari, Edizioni Casamari, 1996 (Bibliotheca Casaemariensis, 2), pp.79-96.

96.- Reliquie, reliquiari e culti di abbazie cistercensi calabresi in un inventario di S. Maria della Matina del 1492, in «Rivista Cistercense», XIV (1997), pp.9-40.

97.- Un nuovo codice di Bartolomeo del Vantaggio, in «RR. Roma nel Rinascimento», 1997, pp.335-338.

98.- Croci d'argento perdute della Cattedrale di Cosenza, in: Chiesa e società nel Mezzogiorno. Studi in onore di Maria Mariotti, a cura di P. Borzomati, G. Caridi, A. Denisi, G. e A. Labate, F. Maggioni Sesti, S. e D. Minuto, R. Petrolino, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 1998, t.II, pp.1381-1384.

99.- Recensione a: Buchmalerei der Zisterzienser. Kulturelle Schätze aus sechs Jahrhunderten. Katalog zur Austellung "Libri Cistercienses" im Ordensmuseum Abtei Kamp, Stuttgart, Belser Verlag, 1998, pp.192, 3 illustr. in bianco-nero nel testo, 1 tav. f.t. a colori, 79 illustr. a colori nel testo, in «Rivista Cistercense», XVI (1999), pp.90-93.

100.         - Recensione a: Paris, Bibliothèque Nationale de France, Nouvelles acquisitions latines 1411. Un antiphonaire cistercien pour le temporal, XIIe siècle. Introduction, table, index Claire Maître, Poitiers, 1998 (Manuscrits notés I), pp.XII, 1 tav. a colori f.t., 292 tavv. in bianco-nero, pp.47, in «Rivista Cistercense», XVI (1999), pp.93-95.

101.         - Produzione libraria e biblioteche nella Calabria medievale, in: Storia della Calabria medievale, II. Culture Arti Tecniche, a cura di Augusto Placanica, Roma-Reggio Calabria, Gangemi Editore, 1999, pp.115-148.

102.         - «Stabilis debet esse amicitia». L'amicizia tra Luca di Casamari e Gioacchino da Fiore, in «Florensia», XIII-XIV (1999-2000), pp.15-29.

103.         - (M) Il "Liber usuum Ecclesiae Cusentinae" di Luca di Casamari arcivescovo di Cosenza. Codice Sant'Isidoro 1/12. Introduzione e edizione. Prefazione di Claudio Leonardi, Casamari (FR), Edizioni Casamari, 2000 (Bibliotheca Casaemariensis, 4).

104.         - L'archivio di Casamari, in: La memoria silenziosa. Formazione, tutela e status giuridico degli archivi monastici nei monumenti nazionali. Atti del convegno. Veroli, Abbazia di Casamari, Sala del granaretto, 6-7 novembre 1998. Ferentino, Palazzo Comunale, 8 novembre 1998, Roma, 2000 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Saggi 62), pp.193-207.

105.         - Recuperi florensi. Tradizioni dimenticate nelle relazioni di una visita di Giusto Biffolati, priore di Casamari, ai monasteri di San Giovanni in Fiore e di Santa Maria di Altilia nella Sila di Calabria, in «Rivista Cistercense», XVII (2000), pp.283-303.

106.         - Documenti svevi e angioini per l'Abbazia di Casamari estratti da Sigismondo Sicola (1705), in «Rivista Cistercense», 18 (2001), pp.299-349.

107.         Recensione a: Ugo Paoli (a cura di), Le «relationes ad limina» dei vescovi di Trento (secoli XVI-XVIII), Trento, Civis, 2000 (Bibliotheca Civis, XVII), CII, 520 pp., 20 pp. di tav., ill., 1 carta topograf. allegata, in «Rivista Cistercense», 18 (2001), pp.366-368.

108.         - Recensione a: Ferruccio Gastaldelli, Studi su San Bernardo e Goffredo di Auxerre, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2001 (Millennio Medievale, 30), pp.XII-650, in «Rivista Cistercense», 19 (2002), pp. 367-369.

109.         - Recensione a: Miguel Álvarez Barredo, La iniciativa de Dios. Estudio literario y teológico de Jueces 1-8, Murcia 2000 (Publicaciones Instituto Teológico Franciscano. Serie Mayor - 31), pp.324, in «Rivista Cistercense», 19 (2002), pp.372-373.

110.         - Luca di Casamari, arcivescovo di Cosenza, testimone e biografo di Gioacchino da Fiore. In: I luoghi di Gioacchino da Fiore. Atti del primo Convegno internazionale di studio Casamari – Fossanova – Carlopoli Corazzo – Luzzi Sambucina – Celico – Pietrafitta Canale – San Giovanni in Fiore – Cosenza 25–30 marzo 2003. A cura di C. D. Fonseca, Roma, Viella, 2006, pp.91-106.

111.         - Mostra: Una spiritualità operosa. Testimonianze dell'opus cistercense a Casamari e nelle sue filiazioni. Abbazia di Casamari 15 Aprile – 2 Giugno 2004. Catalogo a cura di Riccardo Cataldi e Alberto Coratti. Progettazione e direzione scientifica Antonio Maria Adorisio, Alberto Coratti, Casamari, Edizioni Casamari, 2004.

Schede del catalogo:

112.         - sched. n.4, Vite dei Padri del deserto. Sec.XII fine – XIII inizio. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Vitt. Em. 1501, pp.84-85.

113.         - sched. n.9, Alessandro III Papa, Privilegio concesso al monastero dei Santi Giovanni e Paolo di Casamari. 1170. Casamari, Archivio dell'Abbazia, Perg.1, pp.94-95.

114.         - sched. n.10, San Gerolamo, Epistole; San Gregorio Magno, Moralia in Job. Sec.XII ex. – XIII in. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess.32, pp.96-97.

115.         - sched. n.11, Raccolta di testi agiografici e di diritto civile. Sec.XII, XII ex. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess.110, pp.98-99.

116.         - sched. n.12, Florilegio di sermoni cistercensi. Sec.XIII (primo quarto). Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess.115, pp.100-101.

117.         - sched. n.13, Antifonario. Responsoriale. Versicolario dell’Ufficio monastico. Sec.XII ex. – XIII in. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess.573, pp.102-103.

118.         - sched. n.15, Vite e passioni di Santi. Sec.XIII (I quarto). Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess.49, pp.106-107.

119.         - sched. n.16, Antifonario. Sec.XIII. Casamari, Archivio dell'Abbazia, Perg.71, pp.108-109.

120.         - sched. n.17, Iacopo da Varagine, Legenda aurea. Sec.XIII ex. – XIV in. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess.104, p.110-111.

121.         - sched. n.18, Iscrizione del Cardinale Giuliano Della Rovere (1471-1503). 1473. Casamari, Biblioteca statale del monumento nazionale, pp.112-113.

122.         - sched. n.19, Appiano Alessandrino, Le guerre civili dei Romani. 1479. Casamari, Biblioteca statale del monumento nazionale, Ms. 112, pp.114-115.

123.         - sched. n.20, Onorio III Papa, Sermoni per tutto l’anno. Sec.XIII (1216-1226). Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II: Sess.51, p.116-117.

124.         - sched. n.21, Miscellanea di letture monastiche. Sec.XII (Seconda metà). Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Sess.113, p.118-119.

125.         - sched. n.22, Regola di San Benedetto. 1204-1221/1222 ca. Casamari, Biblioteca statale del monumento nazionale, Ms. A, pp.120-121.

126.         - sched. n.23, Luca di Casamari, arcivescovo di Cosenza, Liber usuum Ecclesiae Cusentinae. 1453. Roma, Biblioteca del Collegio Sant'Isidoro dei Francescani Irlandesi, Ms.1/12, pp.122-123.

127.         - Libri e usi cistercensi a Casamari e nelle sue filiazioni, in: Una spiritualità operosa. Testimonianze dell'opus cistercense a Casamari e nelle sue filiazioni. Abbazia di Casamari 15 Aprile – 2 Giugno 2004. Catalogo a cura di Riccardo Cataldi e Alberto Coratti, Casamari, Edizioni Casamari, 2004, pp.37-50.

128.         - CD-ROM. Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali. Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Due manoscritti petrarcheschi. Riproduzione integrale del manoscritto miniato delle Rime di Petrarca Varia 3 (sec.XV) e del codice di Cicerone, Tusculanae disputationes, Vitt. Em. 1632 con postille autografe di Petrarca. Saggi di A. M. Adorisio, D. Ciampoli, S. Rizzo, Roma, 2004. Viene ripubblicato per l'occasione il saggio: Il recupero dei codici Guarnieri Balleani, in: AA.VV., I manoscritti di Elsa Morante e altri studi, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, 1995 (BVE Quaderni, 3), pp.33-36; cfr. n.80.

129.         - Pergamene dell'Argentera di Longobucco. Contributo all'edizione con traduzione italiana a fronte, in: AA.VV., L'Argentera di Longobucco. Seconda edizione, riveduta e ampliata, S. Giovanni in Fiore, 2004 (Quaderni della Biblioteca Civica "Bruno da Longobucco", 1), pp.77-90.

130.         - Il campanile di Longobucco, in: Ricostruire, a cura del Comune di Longobucco, Biblioteca Comunale - Archivio storico, Gennaio 2005; ristampa dell'articolo già pubblicato in «Calabria Sconosciuta», n. 24, ottobre-dicembre 1983, pp.17-18 (cfr. n.19).

131.         - Tra il rame di Temesa e l'argento di Longobucco: storia e cultura di uno stemma civico, in: Lo stemma e il gonfalone del Comune di Longobucco, s.n.t. (Quaderni della Biblioteca Comunale "Bruno da Longobucco", n.5) [Dicembre 2005], pp.9-27.

132.         - Bruno «eccellentissimo chirurgo». Un emigrante d'eccezione: Bruno da Longobucco dalla Calabria a Padova, in: Atti Premio Internazionale di medicina Bruno da Longobucco. Storia e tradizioni scientifiche in Calabria, Longobucco, 24 agosto 2005, s.l. (Paola), Plane, 2005, pp.7-18.

133.         - Recensione a: Salvatore Muraca, Un paese altrove, appunti e immagini sull'emigrazione longobucchese, s.l., Publisfera, 2005, pp.[I-IX, 3 n.n., 13-127]. Euro 10, in «Calabria Sconosciuta», XXIX (2006), n.109, p.28.

134.         - Giacchino da Fiore, [Inni] O regno felice. Visione. Traduzione italiana con testo latino a fronte a cura di Antonio Maria Adorisio, in «Rivista Cistercense», XXII (2005), pp.123-151.

135.         - Un geroglifico del 'Polifilo' nello stemma civico di Longobucco (CS). Contributo all'araldica comunale, in «Calabria Sconosciuta», XXIX (2006), n.110, pp.11-15.

136.         - Il Campanile di Longobucco, in: La Torre Normanna, s.l. (Paola), Plane, 2006 (Comune di Longobucco), pp.5-11. Nuova ristampa dell'articolo già pubblicato in «Calabria Sconosciuta», n. 24, ottobre-dicembre 1983, pp.17-18 (cfr. n.19).

137.         (M) - I codici di Bruno da Longobucco, Casamari, Edizioni Casamari, 2006 (Con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Longobucco).

138.         - Recupero e valorizzazione della cultura e della civiltà di Longobucco, in: 1997-2007. Culture. Storie. Tradizioni. Sviluppo, Longobucco, Comune di Longobucco, Gennaio 2007, pp.1-2.

139.         - Bruno da Longobucco e i suoi manoscritti, in: Atti Premio Internazionale di Medicina II Edizione Bruno da Longobucco. Storia e tradizioni scientifiche in Calabria, Padova, 1-2 dicembre 2006, s.l. (Paola), Plane, 2007, pp.36-41.

140.         - Longobucco, dal mito alla storia. Testimonianze e studi in memoria di Mons. Giuseppe De Capua, [a cura di Antonio Maria Adorisio] Longobucco, S.Giovanni in Fiore, Edizioni Librare, 2008.

141.         - Premessa, in: Longobucco, dal mito alla storia. Testimonianze e studi in memoria di Mons. Giuseppe De Capua, [a cura di Antonio Maria Adorisio], Longobucco, S.Giovanni in Fiore, Edizioni Librare, 2008, pp.5-7.

142.         - Il nome di Longobucco in alcune fonti documentarie e cartografiche, in: Longobucco, dal mito alla storia. Testimonianze e studi in memoria di Mons. Giuseppe De Capua, [a cura di Antonio Maria Adorisio], Longobucco, S.Giovanni in Fiore, Edizioni Librare, 2008, pp.75-91, Tav.I.

143.         - La Congregazione Cistercense di S. Bernardo nelle Marche, in: Atti del XLII Convegno di Studi Maceratesi, Abbadia di Fiastra (Tolentino), 18-19 Novembre 2006, Pollenza (MC), Tipografia S. Giuseppe, 2008, pp.229-24.

144.         - Bruno da Longobucco maestro europeo, in: Bruno da/from Longobucco (Longobucco, inizi 1200 - Padova 1286) fondatore della moderna chirurgia e maestro europeo, a cura di F. Rizzo, s.n.t., [2013] (Le monografie del GAL "Sila Greca Basso Jonio Cosentino"), pp.15-23.

145.         - Bruno da Longobucco maestro europeo, in: Bruno da Longobucco (Longobucco, inizi 1200 - Padova 1286) fondatore della moderna chirurgia e maestro europeo, a cura di F. Rizzo, s.n.t., [2015]. Seconda edizione riveduta e corretta. (Le monografie del GAL "Sila Greca Basso Jonio Cosentino"), pp.15-23.

146.         - «D. Benedetto Conti Sorano Dottor Monacho Cisterciense» aspirante storico e cacciatore di documenti. Con due lettere inedite a Costantino Gaetani, in: Seicento Monastico Italiano. Atti del X convegno di studi storici sull’Italia benedettina. Abbazia di S. Maria di Casamari (FR). Abbazia di S. Domenico di Sora (FR). 15-18 settembre 2011, a cura di G. Spinelli OSB, Cesena, Badia di Santa Maria del Monte, 2015 (Italia Benedettina XXXVII), pp.381-396.

147.         - La campana e l’icona. Committenza artistica e civiltà comunale da Venezia a Longobucco, in «Rivista Storica Calabrese», XXXV (2014), 1-2, pp.69-90. Data effettiva di stampa: Aprile 2015. Nel pubblicare il saggio la Redazione della rivista ha decurtato l’articolo di due figure e ritoccato il testo e il titolo a insaputa dell’autore.

148.         - Da Venezia a Longobucco: La campana e l’icona. Committenza artistica e civiltà comunale. Nuova pubblicazione del precedente saggio nella sua stesura originale, completo anche delle fotografie, nel sitto: https://independent.academia.edu/AdorisioAntonioMaria

 

149.         (M) - Argentera: «La principale minera del Regno». 1496-1568. Fonti scritte per la storia economica e civile delle miniere di Longobucco: «Pergamene Argentera» dell’Archivio di Stato di Napoli, Ed. GAL “Sila Greca Basso Jonio Cosentino” (Casamari, Tip. La Monastica), 2015 (Quaderni documentari di storia delle Terre Jonicosilane della Sila Greca).

150.         - Vicende delle testimonianze scritte dei monasteri cistercensi in Calabria, in: Atti del Convegno “In monasterio reservetur”. Le fonti per la storia dell’Ordine cistercense in Italia dal Medioevo all’età moderna nelle biblioteche e negli archivi italiani e della Città del Vaticano. Certosa di Pavia, 22-23 ottobre 2015, a cura di Riccardo Cataldi, Cesena, Badia di Santa Maria del Monte, 2018 (Italia benedettina. Studi e documenti di storia monastica. Centro Storico Benedettino Italiano, 43), pp.485-502.

 

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