Nel post del 5 Dicembre scorso ho mostrato un frammento di codice medioevale che contiene l'incipit della vita di San Nicola, vescovo di Mira, il cui culto in Occidente, iniziato a Bari, si è diffuso in tutta l'Europa. Il Santo è ricordato nella liturgia cattolica del 6 Dicembre. Per commemorare l'episodio della sua vita in cui si racconta del dono di tre mele d'oro a tre fanciulle povere, in occasione della sua festa si facevano doni ai bambini. Con la festa di San Nicola siamo già nel periodo dell'Avvento e delle feste del Santo Natale. Nei Paesi Settentrionali, com'è ampiamente noto, la tradizione originale di questo culto è andata via via deformandosi e ha trasformato San Nicola nel vecchio barbuto e rubizzo di Babbo Natale, che arriva sulla slitta trainata dalle renne e con un sacco pieno di doni sulle spalle.
Minuzie, frammenti, briciole, minimi denominatori. "Che cosa m'impedisce di sognare / che decifrai un tempo la sapienza / e tracciai con attenta mano i simboli? / Il mio nome è Hsiang. / Sono il custode dei libri, / che sono forse gli ultimi, giacché nulla sappiamo dell'Impero / e del Figlio del Cielo. / Sono là nei loro alti palchetti, / remoti e prossimi a un tempo, / visibili e segreti come gli astri. / Là sono i templi, là sono i giardini." (J. L. Borges)